L’impennata dei contagi sta facendo crescere la possibilità di avere un atleta positivo Covid in palestra: che fare? Meglio essere pronti ad affrontare la situazione, perchè potrebbe capitare a tutti.

Positivo Covid in palestra: le procedure da mettere in atto

L’aggravarsi della pandemia aumenta la possibilità di trovarsi con un atleta positivo Covid, che si è allenato in palestra. In base al Protocollo di sicurezza Fitet, le procedure nei confronti del positivo sono chiare: l’atleta si può ripresentare in palestra solo dopo aver rifatto il certificato medico agonistico (ovviamente anche con tampone negativo).
Nel Protocollo però non si fa cenno alle procedure che la società deve mettere in atto nei confronti degli altri tesserati che sono stati in contatto con lui nelle 48 ore precedenti al riscontro della positività: quanto tempo deve stare chiusa la palestra? Quali sono gli obblighi di sanificazione?  Gli atleti che si sono allenati con il positivo cosa devono fare? E quelli che si sono allenati con lui nei giorni prima?

Cosa fare con gli atleti che si sono allenati con il positivo Covid in palestra?

Ho chiesto un parere alla Fitet, che mi ha risposto scrivendo che “la definizione di contatto stretto è quella definita dalle norme vigenti”. Questo significa che gli atleti che si allenano in palestra rispettando il protocollo Fitet non sono considerati “contatti stretti” del positivo. Se così non fosse tutti gli atleti che si sono allenati con il positivo dovrebbero essere messi  la messa in isolamento fiduciario, con tutte le conseguenze del caso.
Per questo ci è stato consigliato di chiedere una dichiarazione scritta a tutti gli atleti che si sono allenati con il positivo nelle 48 ore precedenti all’accertamento della positività, in cui si confermi di aver rispettato il protocollo Covid Fitet e di non aver avuto contatti stretti con gli altri atleti presenti all’allenamento. In mancanza di questa dichiarazione oppure nel caso in cui l’atleta segnalasse di aver avuto contatti stretti con altri tesserati, gli stessi dovranno essere sospesi da ogni attività fino all’esito del tampone, da svolgere 10 giorni dopo l’ultimo contatto con il positivo.
Con la dichiarazione gli atleti potranno evitare l’isolamento fiduciario, ma precauzionalmente è consigliabile non farli rientrare in palestra per almeno 10 giorni, per essere certi del loro stato di salute, come consigliano anche i medici di riferimento (che ogni società dovrebbe avere).
Per la sanificazione bisogna fare riferimento al protocollo emanato dal dipartimento per lo sport, parte del quale è integrato nel protocollo Fitet. Il giorno dopo la sanificazione la palestra è accessibile a tutti.

E se c’è un tesserato positivo dopo un torneo o una partita di campionato?

Anche in questo caso è opportuno chiedere una dichiarazione scritta all’atleta che ha partecipato alla gara nelle 48 ore precedenti all’accertamento della positività, in cui confermi di aver rispettato il protocollo Covid Fitet e di non aver avuto contatti stretti con gli altri atleti presenti. Nel caso dovrebbe essere la ASL, nella sua procedura di “contact tracing” ad avvertire i partecipanti.
E’ sempre opportuno che per tutte le situazioni legati al Covid la società abbia un medico di riferimento al quale rivolgere domande specifiche.

ESEMPIO DI AUTODICHIARAZIONE

Il sottoscritto……………….., nato a ………………., residente in…………., tel…………………….., email…………,
in relazione alla partecipazione all’allenamento svoltosi il giorno……………, presso la palestra…………..,
a seguito del quale uno dei partecipanti ha segnalato positività al Covid,
DICHIARA SOTTO LA PROPRIA RESPONSABILITÀ
di avere rispettato tutte le indicazioni previste dal Protocollo di sicurezza Covid adottato dalla società e di non essere entrato in stretto contatto con alcuno dei partecipanti all’allenamento.

Data a firma del dichiarante

Sul sito tennistavolo.eu pubblicheremo ulteriori aggiornamenti

Quando si può ricominciare l’attività agonistica?

La Federazione Medico Sportiva Italiana nel gennaio 2022 ha diffuso le nuove disposizioni sull’idoneità all’attività sportiva agonistica in atleti Covid-19 positivi guariti.
Sono state modificate le modalità che consentono ai tesserati positivi Covid di riprendere l’attività, in base a 3 livelli di gravità della malattia.
A1) Atleti che abbiano presentato “Infezione asintomatica o paucisintomatica (presintomatica in Tabella 1)” o “Malattia lieve” e che comunque non siano ricorsi a ricovero ospedaliero e/o terapie antibiotiche, cortisoniche o epariniche a causa di infezione da SARS-CoV-2;
A2) Atleti che abbiano presentato “Malattia moderata” o che comunque siano ricorsi a ricovero ospedaliero e/o terapie antibiotiche, cortisoniche o epariniche a causa di infezione da SARS-CoV-2;
A3) Atleti che abbiano presentato “Malattia severa” o “Malattia critica”.

Per il gruppo A1, è necessaria la valutazione dell’atleta in relazione all’età (atleti sotto i 40 anni oppure sopra i 40 anni compiuti), alla presenza o meno di patologie individuate come fattori di rischio cardiovascolare (ad esempio diabete, ipertensione, ipercolesterolemia), allo status vaccinale. Per tali atleti è necessario, oltre alla visita medica effettuata dallo specialista in Medicina dello Sport, un approfondimento con i seguenti esami diagnostici:
1. ECG basale;
2. Test da sforzo con monitoraggio elettrocardiografico continuo (anche con step-test) sino al
raggiungimento almeno dell’85% della FC max, per gli atleti sotto i 40 anni e con anamnesi negativa per patologie individuate come fattori di rischio cardiovascolare; oppure Test ergometrico incrementale massimale con monitoraggio elettrocardiografico, per gli atleti sopra
i 40 anni e/o per gli atleti con anamnesi positiva per patologie individuate come fattori di rischio
cardiovascolare.
I summenzionati esami vanno eseguiti:
– non prima che siano trascorsi 7 giorni dall’avvenuta guarigione da SARS-CoV-2 accertata secondo la normativa vigente per gli atleti sotto i 40 anni, con anamnesi negativa per patologie individuate come fattori di rischio cardiovascolare e che abbiano ricevuto la dose booster, ovvero abbiano completato il ciclo vaccinale primario nei 120 giorni precedenti, ovvero siano guariti da infezione da SARS-CoV-2 nei 120 giorni precedenti;
– non prima che siano trascorsi 14 giorni per gli atleti sopra i 40 anni, per gli atleti con anamnesi
positiva per patologie individuate come fattori di rischio cardiovascolare e per gli atleti che non abbiano ricevuto la dose booster, ovvero non abbiano completato il ciclo vaccinale primario nei 120 giorni precedenti, ovvero non siano guariti da infezione da SARS-CoV-2 nei 120 giorni precedenti.
Acquisita l’idoneità o l’attestazione di “Ritorno all’attività”, l’atleta potrà riprendere gradualmente gli allenamenti e/o l’attività.

Per il gruppo A2, oltre alla visita medica effettuata dallo specialista in Medicina dello Sport, sono necessari i seguenti approfondimenti diagnostici:
1. Test ergometrico incrementale massimale con monitoraggio elettrocardiografico e valutazione della saturazione di O2 a riposo, durante e dopo il test;2. Ecocardiogramma Color Doppler;
3. ECG Holter 24hr. inclusivo di una seduta di allenamento o di sforzo;
4. Esame spirometrico con determinazione di capacità vitale forzata (FVC), volume espiratorio forzato al primo secondo (FEV-1), indice di Tiffenau, picco di flusso espiratorio e flussi a volumi intermedi e massima ventilazione volontaria (MVV); tali esami spirometrici dovranno essere effettuati anche per gli sport della Tabella A;
5. Esami ematochimici (Emocromo completo, ALT/AST, Gamma GT, Creatininemia, CPK isotipi cardiaci, LDH, PT/PTT, INR, Elettroforesi proteica, PCR, Ferritina, Esame urine completo).Acquisita l’idoneità o l’attestazione di “Ritorno all’attività”, l’atleta potrà riprendere gradualmente gli allenamenti e/o l’attività.

Per il gruppo A3, oltre alla visita medica effettuata dallo specialista in Medicina dello Sport, sono necessari gli approfondimenti diagnostici previsti per il gruppo A2, integrati con il Cardiopulmonary Exercise Test (CPET).

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