Il ping pong è una terapia

La testimonianza di Roberto Davò, l’organizzatore del torneo “Milano città aperta al ping pong” nel quartiere Barona, che ha vissuto il ping pong come terapia

Quest’anno i tornei di “Milano aperta al ping pong” si stanno disputando in tutti i Municipi grazie alla collaborazione degli appassionati, che utilizzano spesso i tavoli della loro zona, formando gruppi di amici e conoscenti che si ritrovano spesso a fare due tiri. Roberto Davò, con l’aiuto di alcuni amici, ha organizzato la fase di qualificazione del Municipio 6, che ha visto la partecipazione di un centinaio di pongisti di ogni età, che si sono sfidati sui tavoli di via Don Mazzolari.

Il ping pong dai cortili alle piazze

Sono nato a Milano nel 1958 – scrive Davò – e l’infanzia e la fanciullezza ho avuto la fortuna di trascorrerle in ”cortile”. Eravamo in tanti e addirittura si facevano i doppi turni nella scuola dell’obbligo, perchè non c’erano posti sufficienti a contenere tutti. Non c’è niente di più formativo per la crescita psico-fisica di un bambino del ”cortile” del gioco libero e lo dico da adulto che poi per più di 40 anni ha fatto l’insegnante di educazione fisica vivendo in palestra.

Il ping pong come terapia

Poi…poi è arrivata una brutta malattia e a seguire la terribile pandemia, che ha segnato il mondo con tanti mesi difficili. Ma è anche tornato il ”cortile’ , un parchetto all’estrema periferia di Milano, nel quartiere Barona, in via Mazzolari, immerso tra le case popolari, con due tavoli da ping pong in cemento semplicissimi, messi dal Comune in questi ultimi anni.
Ho ripreso in mano la racchetta, inizialmente con un amico, poi conosci un passante incuriosito, un altro e un altro ancora e a seguire anche i più giovani. Ora è ritornato il ”cortile” con il vociare divertito di ex ragazzi.
Riempite i parchetti di Milano, il ping pong è una terapia che non ha età!

Comments

  1. Tutti gli sport, se praticati nel modo giusto, possono essere terapeutici… così come il ping pong, se vissuto in modo troppo agonistico, può essere fonte di stress…
    L’importante è chiedere sempre allo sport il divertimento e il ping pong, proprio perché è sempre stato un po’ a metà strada, tra gioco e sport, tra fanciullezza e tarda età, ha questo pregio, che può essere praticato come un divertimento, e il divertimento è per definizione terapeutico, più di altri sport per i quali ormai il contesto social richiede una assoluta devozione…

  2. Roberto davó, che meraviglia risentire questo nome… Mio insegnante di ginnastica per anni, fuori e dentro le scuole e amico della mia mamma Roberta Marini. Ciao Roberto, bravo, condividiamo una grande passione assieme. Andrea Scapolan

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