La modifica del regolamento elettorale nel tennistavolo consente una maggior partecipazione alle elezioni da parte di tutti. Un’occasione per trasformare la solita “guerra tra bande” in un confronto sul futuro del nostro sport.
ELEZIONI IN VISTA
Il ministro dello sport Spadafora ha precisato che le elezioni per il rinnovo degli organi dirigenti di tutte le Federazioni dovranno svolgersi entro il 15/3 e non è escluso che la Federazione tennistavolo le convochi entro la fine del 2020. In ogni caso tra non molto dovremo scegliere tra il presidente in carica, Renato Di Napoli, lo sfidante storico Marcello Cicchitti e il nuovo candidato Patrizio Deniso. Anche se in teoria chiunque potrebbe scendere in campo, non c’è spazio per altri eventuali candidati e in attesa di verificare la composizione delle 3 squadre, credo sia interessante per tutti i pongisti e le loro società verificare quali possibilità esistono per far sentire la propria voce e le proprie idee.
LE REGOLE DEL GIOCO
Secondo i calcoli diffusi da Domenico Ubaldi (TT Senigallia), con il vecchio meccanismo sarebbero bastate 30 società (il 5% delle circa 600 affiliate) per avere la maggioranza e vincere le elezioni del tennistavolo. Con il nuovo Statuto ce ne vogliono 53 (poco meno del 10%). Se fosse passata la proposta di modifica statutaria Fitet ce ne sarebbero volute 70 (11,7%).
Anche se l’attività regionale non viene presa più in considerazione nell’attribuzione dei voti, il nuovo meccanismo elettorale apre nuove possibilità di rappresentanza alle oltre 500 società che non hanno mai avuto voce in capitolo sia nella scelta delle persone, sia nell’elaborazione dei programmi.
UN NUOVO MODO DI FARE POLITICA SPORTIVA
In genere i programmi elettorali nel tennistavolo sono molto simili tra loro, con varie promesse specifiche e generali, di cui pochi si ricordano 4 anni dopo le elezioni: in realtà sono gli uomini eletti che prendono le decisioni, non sempre coerenti con i loro programmi.
In passato, più che concentrarsi sui programmi, i candidati stringevano patti con le società più ricche (di mezzi e di voti), dando in cambio prebende, favori, servizi e rapporti preferenziali. Chi vinceva “non faceva prigionieri”, inserendo solo i suoi uomini nei principali centri decisionali, escludendo i “nemici”, indipendentemente dalla loro capacità e competenza.
Un modo nuovo per fare politica sportiva sarebbe quello di creare gruppi di lavoro (formati da esperti e consulenti, indipendentemente dal loro schieramento), che senza alcuna prebenda o interesse personale da difendere, mettano a disposizione del Consiglio la loro competenza, mantenendo allo stesso tempo costanti contatti con la base dei tesserati, attraverso i canali social non istituzionali. In questo modo si manterrebbe nel tempo un nucleo di esperienze e competenze a disposizione di tutto il mondo del tennistavolo, trasversale a ogni cordata, a garanzia della realizzazione dei programmi, dando continuità nel tempo ai progetti, perseguiti da “uomini di buona volontà” riconosciuti da tutti per le loro capacità e non per la loro appartenenza a una cordata elettorale.
QUALCHE ESEMPIO
Se si riconoscono le competenze dei tecnici che stanno portando avanti il progetto dei centri di eccellenza (Colucci, Delsante, Di Silvio, Derganz, Ippoliti, Malagoli, Coletta, Taccin, Puglisi, Zakaryani, Abbaticchio, Scardigno e Setta ed eventuali altri), penso che un Gruppo di lavoro che elabori proposte sulla formazione tecnica e sullo sviluppo delle scuole di tennistavolo sarebbe accettabile da tutti i candidati.
Io parteciperei volentieri a un Gruppo di lavoro sul “Gioco pulito” (qui gli obbiettivi della campagna e qui l’elenco delle società e degli atleti aderenti), formato da persone competenti in materia (Eugenio Bertagna, ad esempio, è uno dei più preparati in materia), unite più da un obbiettivo (combattere il taroccamento) che dall’appartenenza a uno schieramento. Questo Gruppo potrebbe collaborare con il settore “Equipment” dell’ITTF, che sta elaborando vari progetti contro la boosterizzazione e il taroccamento delle gomme puntinate.
Lo stesso vale per un Gruppo di lavoro “Veterani”, che coordini dal basso l’organizzazione di un circuito nazionale e la partecipazione alle manifestazioni internazionali, fornendo informazioni e supporto logistico, integrandolo con un programma agonistico nazionale. Questo Gruppo potrebbe avvalersi ad esempio della collaborazione di Ady Gorodetzky, che ha già organizzato eventi per la categoria e conosce bene le esigenze dei veterani.
Di grande importanza sarebbe anche un Gruppo “Promozione e Marketing”, in grado di fornire gli strumenti utili per la promozione del tennistavolo sul territorio, come è stato ad esempio il torneo “Milano città aperta al ping pong”. Questo Gruppo potrebbe avvalersi della collaborazione di Andrea Pizzi, con una lunga esperienza professionale nel marketing e appassionato dirigente del TT King Pong.
Lo stesso potrebbe essere per altri settori, in cui tutte le società italiane, grandi e piccole, potrebbero proporre progetti e persone che si occupano di campionati, classifiche, regolamenti tecnici ed elettorali e così via.
INVIATEMI LE VOSTRE PROPOSTE
Insomma competenze e capacità progettuali non mancano certo, per cui invito tutti a proporre nomi di persone, gruppi di lavoro, progetti e iniziative di supporto ai programmi elettorali, naturalmente dando anche la propria disponibilità a collaborare allo sviluppo dei progetti, indipendentemente da chi dovesse vincere le elezioni.
Sarebbero i candidati a dichiarare, prima del voto, se appoggiano progetti e persone e tutti potrebbero partecipare alla costruzione di un programma trasversale, costruito dalla base, ribaltando quello che finora si è fatto.
In questo modo nell’eventuale ballottaggio finale non si assisterebbe a un semplice apparentamento verticistico tra candidati, ma a una condivisione di progetti e persone che si impegnano a realizzarli.
Buongiorno,sono un ex giocatore.
Arrivato in serie D.
Ho sempre pensato che ognuno é libero di giocare se rispetta le regole!
Le puntinate 20 anni fa infastidivano ma con un po’ di allenamento si riusciva a schiacciare intuendo il giro della pallina
Ora, fosse per me, vieterei il gioco sporco! Perché non fare campionati solo per questo genere di giocatori, vietando qualsiasi tipo di gomme puntinate?
Saluti
In realtà il gioco sporco è solo quello che non rispetta le regole. Se invece parliamo più correttamente di gioco di “disturbo” (con puntinate e antitop) si tratta di una caratteristica che arricchisce il tennistavolo, in quanto consente di diversificare tecniche e strategie di gioco, permettendo anche a chi non è particolarmente dotato fisicamente di competere (a livello medio basso, naturalmente).
Per giocare con materiali omogenei esiste il paddle, il badminton e ovviamente il tennis
Io proporrei di abolire il net in battuta
Originale come proposta, ma neanche il tennis l’ha mai abolito…