Tennis tavolo colle trielina

Una decina di anni fa scrissi un articolo sulla trielina, che veniva allegramente utilizzata nel tennis tavolo per produrre colle “fresche” a basso costo. Visto che c’è ancora qualcuno che insiste con questa procedura suicida, vale la pena di riproporlo, anche per ricordare a quelli che in passato ne hanno inalata parecchio di fare qualche analisi medica specifica.

I “DROGATI” DELLA TRIELINA NELLE COLLE PER TENNIS TAVOLO 

Non ho mai avuto molta confidenza con le colle! Forse per questo non mi sono mai reso conto dei rischi legati al loro impiego nel tennis tavolo. Per lavoro devo studiare e divulgare i rischi a cui sono sottoposti gli operai che utilizzano vernici e solventi in campo industriale, eppure, nonostante tutte le colle (e relativi solventi) che mi erano passate sotto il naso in tanti tornei, non avevo mai pensato che fosse il caso di analizzarne il contenuto.
L’occasione era venuta qualche anno fa in una di quelle pizzate tra “reduci” in cui mi era stato detto che, per risparmiare sul costo delle colle, si era diffusa la moda dell’autoproduzione, che consiste nel comprare pezzi di para (quella usata per le suole delle scarpe), scioglierla e tenerla liquida diluendola con trielina.
Dato che nessuno dei nostri autarchici atleti è realmente consapevole della pericolosità dell’operazione (in Italia ci sono state molti morti sul lavoro, causate da avvelenamento da trielina), vediamo qualche dato tossicologico.

LA TRIELINA E’ CANCEROGENA

In campo industriale, dove i lavoratori sono dotati di opportune protezioni, la trielina (che in letteratura si trova sotto la voce “tricloroetilene”) viene impiegata in macchine ermetiche e non può essere presente nell’ambiente di lavoro in quantità superiori a 10 parti per milione, il che significa che in un metro cubo di aria del vostro salotto (dove incollate magari in presenza dei vostri figli o fratellini…) non ci devono essere più di 53 mg/m3 di trielina (risparmiatevi i conti: quella che vi respirate nella preparazione della colla “risparmiosa” é molto, molto di più!).
Nella letteratura specializzata la trielina é classificata come “cancerogeno” e “mutageno“, con possibilità di “effetti irreversibili”. Sono noti i suoi effetti dannosi sul cervello: qualcuno ricorderà di aver visto o letto che i bambini delle favelas brasiliane sniffano trielina (o colle,  guarda caso!) come surrogato a basso prezzo delle droghe che non possono permettersi.
Altrettanto noti sono i danni sul fegato, nel quale la trielina si accumula in modo irreversibile, anche in piccole dosi.

EFFETTI SINERGICI

Qualcuno dirà che in un mondo così inquinato un po’ di trielina non può aggiungere un granché. A questo proposito é bene sapere che gli effetti sinergici degli inquinanti (cioé la somma di smog, fumo di sigaretta, pesticidi e veleni di vario tipo, ai quali siamo sottoposti anche senza saperlo), sono una totale incognita per gli studiosi, che sono riusciti a identificare con certezza solo qualche decina di sostanze cancerogene. Vale la pena di aggiungere spontaneamente un ulteriore elemento nel cocktail?

E LE ALTRE COLLE?

Butto lì anche una riflessione di tipo etico: ha senso che in uno sport in cui per fortuna il doping non serve, ci siano atleti che si sottopongono a un grave rischio chimico in nome di un miglioramento delle prestazioni che potrebbe forse essere ottenuto, come avviene in altre discipline, modificando i materiali?
La messa al bando delle colle che contengono solventi (avvenuto con grave ritardo per una superficiale sottovalutazione del problema) ha suscitato molte proteste da parte dei soliti complottisti che l’hanno giudicata solo una mossa commerciale dei produttori. Per vari motivi, non sono mai state fatte adeguate analisi sulla composizione delle colle “ufficiali” (che sono esenti da trielina, ma che comunque devono contenere necessariamente qualche altro solvente)  o per lo meno non é stata fatta un’adeguata opera di sensibilizzazione nei confronti dei rischi connessi con l’impiego di colle che contengono sempre solventi i quali, per definizione, evaporano durante l’essiccazione della colla e quindi vengono respirati durante l’applicazione e durante il gioco, in una sorta di sniffaggio continuato i cui effetti sono tutti da valutare.

L’ANALISI CON MONTEMAGNO

Molti anni fa, in collaborazione con Marco Montemagno (che a quei tempi lavorava nell’ufficio legale di un’associazione consumatori) facemmo fare una serie di analisi su un paio di colle ufficiali presenti sul mercato, Gatien Speed (Yasaka) e Stiga Energy (Stiga).
In entrambi i campioni fu riscontrata la presenza, sia pur in bassa concentrazione, di n-esano. La letteratura descrive gli effetti di questa sostanza sottolineandone l’azione narcotica sull’uomo, con comparsa di sonnolenza, stato di confusione mentale e perdita di conoscenza (ovviamente in funzione dei livelli di concentrazione nell’aria). Negli ambienti di lavoro viene considerata fonte di rischio la presenza di una quantità di 50 ppm (parti per milione) di n-esano, in particolare nelle lavorazioni che richiedono attenzione a ciò che si sta facendo (il rallentamento dei riflessi può provocare pericolose distrazioni).
Infine la normativa europea sull’etichettatura dei prodotti pericolosi assegna ai preparati che contengono più del 5% di n-esano la frase di rischio R48/20 (prodotto nocivo: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata per inalazione).

TOCCHIAMO FERRO!

Dopo la notizia ufficiale dell’eliminazione delle colle a solvente nel tennis tavolo, molti pongisti hanno cominciato a storcere il naso (continuando spesso a usare trielina nelle gare in cui non si usava lo strumento di rilevazione, cioè quasi tutte…), lamentando le difficoltà a cui andranno incontro in termini di prestazioni: ma qualcuno, negli anni scorsi, ha mai verificato la velocità di reazione di un pongista prima e dopo l’incollaggio in una stanzetta satura di solventi? E soprattutto, qualcuno verificherà in futuro, quali danni ha provocato sugli atleti l’uso incontrollato delle colle a base di trielina? Purtroppo ce ne accorgeremo solo quando, spero in un lontano futuro, qualche amico morirà a causa di un tumore o di una disfunzione epatica e ci chiederemo se sia stata solo frutto di sfiga o di ignoranza…

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